Qui si parla di un dipinto mai portato a
termine. Nel giugno del 1790 la disastrosa situazione economica in cui versa la Francia rende inevitabile
la convocazione dei tre Stati Generali, nobili, clero, popolo. Luigi XVI con un evidente pretesto, vieta ai
rappresentanti del Terzo Stato di riunirsi in una assemblea separata e questi
decidono di spostarsi in un grande spazio destinato al gioco della pallacorda.
Giurano di restare uniti contro il
potere di nobiltà e clero fino a che non venga promulgata una nuova Cosituzione.
Tra loro c’è Jacques-Louis David che decide
di immortalare l’avvenimento ritraendo tutti i seicentotrenta partecipanti in
un quadro dalle dimensioni enormi (10 metri per 7). Il progetto ha l’approvazione
del Club dei Girondini al quale David aveva aderito. Viene bandita una
sottoscrizione ma non vengono raccolti i fondi necessari. David si fermerà al
disegno preparatorio. Ma anche in questo stadio il pittore riesce a rendere la
drammaticità della situazione. Una frenetica agitazione si è impadronita degli
astanti. C’è chi si sporge pericolosamente dalle finestre, tra loro c’è anche Marat. Le
tende sono agitate da un forte vento. Si dirà che è il vento della rivoluzione.
Non si arresta, l’impegno politico di David. Alla
Convenzione Nazionale voterà per la morte di Luigi XVI. La sua adesione ai
proponimenti di Robespierre lo porterà per
un certo tempo in carcere.
Quando sorge l’astro del Bonaparte, David
diventa il suo più ammirato seguace. Lo rappresenterà a cavallo mentra valica
il passo del Gran san Bernardo, nel momento dell’incoronazione a imperatore e
in altre situazioni.
Dopo la Restaurazione, David
dovrà trovare scampo in Belgio. Nessun pittore ha mai vissuto in prima persona, come lui, il
suo impegno politico. E il Giuramento, anche
se incompiuto, verrà considerato il
primo segnale della Rivoluzione Francese.
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