martedì 9 febbraio 2016

IL GIURAMENTO DELLA PALLACORDA

    



 Qui si parla di un dipinto mai portato a termine. Nel giugno del 1790 la disastrosa situazione economica in cui versa la Francia rende inevitabile la convocazione dei tre Stati Generali, nobili, clero, popolo. Luigi XVI  con un evidente pretesto, vieta ai rappresentanti del Terzo Stato di riunirsi in una assemblea separata e questi decidono di spostarsi in un grande spazio destinato al gioco della pallacorda. Giurano  di restare uniti contro il potere di nobiltà e clero fino a che non venga promulgata una nuova Cosituzione.
   Tra loro c’è Jacques-Louis David che decide di immortalare l’avvenimento ritraendo tutti i seicentotrenta partecipanti in un quadro dalle dimensioni enormi (10 metri per 7). Il progetto ha l’approvazione del Club dei Girondini al quale David aveva aderito. Viene bandita una sottoscrizione ma non vengono raccolti i fondi necessari. David si fermerà al disegno preparatorio. Ma anche in questo stadio il pittore riesce a rendere la drammaticità della situazione. Una frenetica agitazione si è impadronita degli astanti. C’è chi si sporge pericolosamente  dalle finestre, tra loro c’è anche Marat. Le tende sono agitate da un forte vento. Si dirà che è il vento della rivoluzione.
  Non si arresta, l’impegno politico di David. Alla Convenzione Nazionale voterà per la morte di Luigi XVI. La sua adesione ai proponimenti di Robespierre lo porterà per  un certo tempo in carcere. 
  Quando sorge l’astro del Bonaparte, David diventa il suo più ammirato seguace. Lo rappresenterà a cavallo mentra valica il passo del Gran san Bernardo, nel momento dell’incoronazione a imperatore e in altre situazioni.
  Dopo la Restaurazione, David dovrà trovare scampo in Belgio. Nessun pittore ha  mai vissuto in prima persona, come lui, il suo impegno politico. E il Giuramento, anche se incompiuto, verrà considerato il primo segnale della Rivoluzione Francese.

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