martedì 9 febbraio 2016

LA CULLA

    


Quando nel 1874, nei locali messi a disposizione dal fotografo Nadar, viene inaugurata la mostra di pittori riuniti sotto la sigla di ”Societé Anonyme des Artistes”, viene coniato il termine "impressionisti", ma in senso nettamente  dispregiativo. C’era chi affermava che questi pittori dovevano soffrire di una sconosciuta malattia degli occhi, c’era chi si affrettava a pulirsi gli occhiali non
potendo credere che quei quadri avessero un senso.


   C’era chi diceva che questi pittori avevano preso delle tele, dei pennelli, dei colori e gettato a caso sulle tele qualche macchia e la loro firma. Questo era quanto pensava la maggioranza del pubblico.
  Particolarmente feroci furono le critiche nei riguardi del quadro dell’unica donna presente alla mostra, Berthe Morisot, La culla. Louis Leroy trovò l’approvazione dei  lettori  dello Charivari quando scrisse che a questa pittrice “non interessavano i dettagli: se doveva dipingere una mano le bastava dare tante pennellate in lunghezza quante sono le dita e il problema era risolto”. Altrettanto duro era stato Albert Wolff  che nel Figaro  scrisse: “La pittura della Morisot è al limite di uno spirito in delirio”. Non meno benevolo è Jean Messire su Le Soir: “Credo che se Berthe Morisot volesse imparre a  disegnare e a dipingere potrebbe ancora imparare a disegnare e a dipingere”.
   Sul fronte opposto è Georges Rivère che su L’Impressioniste difende le ragioni della nuova pittura e dichiara che la sua critica si limita a poche righe perché l’opera non ha bisogno di essere difesa. E Jules-Antoine Castagnary nella sua recensione della prima mostra degli impressionisti afferma che “non si trovano in questa esposizione immagini più graziose e delicate. L’esecuzione è in pieno acccordo con l’idea che l’artista ci voleva comunicare”.
  All’accoglienza favorevole della critica più avveduta farà riscontro un certo successo commerciale che si prolungherà nel tempo. Il quadro Cache-Cache, che la Morisot aveva presentato assieme a La culla, nel 1999 viene venduto da Sothebys a New York per quasi quattro milioni di dollari.
                                               

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